L’emancipazione femminile non raggiunge ovunque gli stessi traguardi. Le donne in Afghanistan vivono ancora oggi in condizioni precarie, nonostante il miglioramento dei loro diritti.
La donna ha sempre dovuto lottare. La situazione attuale riguardo al tema dell’uguaglianza di genere sta migliorando, ma ci sono alcuni luoghi del mondo in cui sono ancora tanti i passi da compiere. L’emancipazione femminile si sviluppa con l’evoluzione del contesto storico e sociale in cui si svolge il processo. I paesi più sviluppati hanno raggiunto meno faticosamente alcuni successi. Dal punto di vista sociale ed economico sono tante le differenze tra l’Occidente e l’Oriente ed esse hanno ripercussioni sulla qualità della vita.
Le condizioni delle donne in Afghanistan
L’Afghanistan, insieme all’India e al Somaliland, è uno dei paesi meno egualitari del mondo. La maggior parte della popolazione non ha mai vissuto in un contesto di pace. La guerra in questo luogo ha compromesso lo sviluppo del paese ad ogni livello, in particolar modo economico e culturale. Le conseguenze di questa arretratezza sono visibili soprattutto nel mondo femminile. Le donne in Afghanistan sono ancora considerate un essere inferiore e sono oggetto di continue violenze e discriminazioni.
La situazione attuale
- Più del 60% delle donne in Afghanistan è costretto a sposarsi in maniera forzata e spesso precoce
- Oltre il 60% dei minori esclusi dal sistema scolastico sono bambine
- Solo il 16% del totale delle scuole sono femminili, rispetto al 49% che sono miste e il 36% sono scuole maschili
- Solo un terzo del totale del corpo degli insegnanti è composto da donne
- Il 95% dei casi di suicidio in Afghanistan riguarda le donne
Questi dati non sono semplici percentuali, ma numeri che hanno dietro delle storie. Ogni storia ha una protagonista e non prevede lieto fine. Parlare delle donne in Afghanistan, indipendentemente dalla propria origine o provenienza, significa combattere anche per se stesse. Siamo donne e lo siamo tutte insieme e se il mondo non è per noi lo stesso, bisogna oltrepassare i propri confini per lottare anche altrove. Si può combattere singolarmente o collettivamente, l’importanete è che si faccia. Ci sono molte associazioni che affrontano il tema dell’uguaglianza; molte persone che si recano nei luoghi più pericolosi per scoprire la verità e tante, tantissime donne che hanno il coraggio di raccontare la proria storia, mettendo a rischio la propria vita pur di difendere quella delle altre.
Associazioni e testimonianze: un aiuto per tutte le donne
Rawa è un’associazione rivoluzionaria nata con l’intento di aiutare le donne in Afghanistan. Il carattere interessante di questa associazione è il vero contributo che continuamente offre nella lotta per l’emancipazione femminile. Rawa organizza una forma attiva di resistenza lavorando clandestinamente all’interno dell’Afghanistan sul versante politico e sociale: organizzazione di ospedali e ambulatori mobili, corsi di alfabetizzazione per donne e bambine e tanti altri progetti che vengono davvero concrettizati. Sullo stesso versante vi è HAWCA, una delle organizzazioni non governative afghane più accreditate che incoraggia la partecipazione attiva delle donne. Anche Nove Onlus si occupa di quanto accade in quei luoghi, ideando alcuni progetti straordinari, come il “Pink Shuttle”, in italiano taxi rosa, che a Kabul aiuta le donne a spostarsi.
Queste associazioni e tante altre sono incoraggiate dagli occhi di quelle donne che non conoscono altre realtà oltre al dolore. Le stesse donne che trasformano la propria voce nell’unica arma che hanno. Shamela è una bambina di nove anni intervistata dall’associazione ActionAid, alla quale racconta le violenze subite. Insieme a lei c’è Fatima, giovanissima quando fu costretta a sposarsi. Tra le parole di coraggio però, c’è anche chi ha perso tutte le speranze: Gul Lalai, donna di 35 anni rilascia la sua testimonianza ad ACF. Non ha mai avuto la possibilità di istruirsi e non ha speranze che sua figlia possa avere un futuro migliore. Queste sono alcune tra le tantissime testimonianze che circolano sui social e che, mostrando in che condizioni vivono le donne in Afghanistan, chiedono al mondo aiuto.