Nata e cresciuta in Iran, Sara ha iniziato a giocare a scacchi all’età di sei anni dimostrando rapidamente di avere un talento naturale per il gioco che l’ha portata a competere a livello nazionale e internazionale rappresentando il suo paese in alcuni idei tornei più famosi al mondo
Nel corso degli anni, ha ottenuto molti riconoscimenti vincendo competizioni importanti, è diventata maestro internazionale dal 2015 e ricopre il 16 posto nella classifica mondiale delle scacchiste donne, tuttavia, è stata la sua decisione di non indossare l’hijab durante i tornei di scacchi che ha portato in questi giorni il suo nome alla ribalta a livello internazionale.
Perché Sara Khademalsharieh ha deciso di far sentire la sua voce
Quella che possiamo tranquillamente definire come presa di posizione, per alcuni coraggiosi e per molti altri sfrontata se non irrispettosa della sua cultura, ha sollevato molte questioni sul ruolo delle donne e sulla libertà di scelta in Iran, un paese che, specialmente negli ultimi mesi, sta diventando sempre più estremista in termini di libertà di scelta in seguito a diverse imposizioni da parte del regime religioso degli ayatollah che hanno scatenato proteste da ogni parte del mondo.
Sara ha spiegato la sua decisione dicendo che voleva “sfidare gli stereotipi e le norme sociali che circondano le donne e gli scacchi in Iran”. Ha anche sottolineato che la sua decisione di non indossare l’hijab non deve essere vista come una critica all’Islam o alla cultura iraniana, ma piuttosto come una scelta personale che rappresenta la sua volontà di essere se stessa e di giocare a scacchi senza essere ostacolata da restrizioni sociali.
La scacchista ha anche espresso il desiderio di essere un’ispirazione per le giovani donne in Iran e nel mondo, mostrando loro che possono seguire i loro sogni e raggiungere i loro obiettivi, indipendentemente dalle restrizioni sociali e culturali.
Per Sara non è la prima volta che si trova a fronteggiare ed esporre in pubblica piazza ciò che ritiene giusto, anche se non si allinea con la propaganda del regime. Già in passato infatti si è distinta per le sue dichiarazioni che promuovevano la libertà di donne di ogni età.
Sara però non è stata sola: come lei anche l’ avversaria Atousa Pourkashyan, scacchista statunitense di origini iraniane ha giocato la sua partita a capelli scoperti.
Una presa di posizione vera e propria quella delle due giocatrici che, in un momento storico particolare come quello in cui viviamo, hanno deciso di far sentire la propria voce durante una competizione internazionale, sfidando apertamente un regime che da ormai troppo tempo e in maniera sempre più aggressiva limita la liberà di vivere di milioni di donne di tantissime età.