Sembrava un’utopia e invece è diventata realtà. Finalmente anche l’Italia ha la prima azienda che offre alle sue dipendenti il congedo mestruale retribuito al 100%
Che cos’è il congedo mestruale
Quando parliamo di “Congedo Mestruale” andiamo ad indicare la possibilità riservata alle donne, di assentarsi dal posto di lavoro durante uno o più giorni delle mestruazioni se queste si presentano con dolori molto forti ed invalidanti.
Questa misura, già adottata in Spagna da diverso tempo, si sta diffondendo sempre più in tutta l’Unione Europea e in molti paesi è entrata a far parte delle leggi che tutelano la salute femminile.
Il caso del gruppo Ormesani
Dopo alcuni rumors emersi negli scorsi mesi, finalmente anche un’azienda Italiana ha deciso di prendere l’iniziativa, rendendo il Congedo Mestuale retributio al 100% realtà.
Il gruppo Ormesani, azienda veneziana,ha introdotto finalmente la possibilità per tutte le sue dipendenti donne, circa 60, di richiedere questo congedo.
Per ottenerlo non sarà necessario presentare alcun certificato medico né ottenere l’autorizzazione da parte del proprio capo reparto, bisogna soltanto effettuare la richiesta ed ottenre una giornata al mese di riposo, completamente retribuita.
La mancanza di una legge che tuteli le donne e i loro problemi intimi
Argomento molto caldo, specialmente nell’ultimo periodo, una vera e propria legge che riesca a tutelare le donne e le aiuti nel momento in cui affrontano problemi intimi di diverse entità, che possono andare da mestruazioni dolorose a patologie più serie e difficili da trattare come l’ ovaio policistico, fino a raggiungere livelli davvero invalidanti, come nel caso dell’endometriosi, purtroppo non esiste ancora.
Sono tantissime le donne italiane e le attiviste che si stanno muovendo in questo senso, prime tra tutte Giorgia Soleri che negli scorsi mesi ha presentato alla Camera dei Deputati una proposta di legge per richiedere l’inserimento di patologie come la vulvodinia e la neuropatia del pudendo all’interno dei LEA, i Livelli essenziali di assistenza del Sistema sanitario nazionale.
La strada da percorrere per ottenere la tutela delle donne è ancora lunga e in salita: non resta altro da fare che continuare a combattere e invogliare sempre più persone a sollevare il problema e prendere esempio da tutti coloro che, anche nel loro piccolo, riescono a fornire soluzioni.